Con quale diritto Coghe parla a nome "delle famiglie italiane" per chiedere meno educazione nelle scuole?


Jacopo Coghe dovrebbe chiarire perché sostenga di poter parlare a nome della totalità delle "famiglie italiane" dato che nessuno gli mai conferito mandato di parlare a nome loro. Al massimo potrà parlare a titolo personale, per conto di Maria Rachele Ruii o dei patriarchi russi che lo finanziano, ma à certamente non può attribuire il suo pensiero medioevale e minoritario a famiglie che mai lo hanno nominato loro portavoce. E se lui pensa che basti svegliarsi la mattina e dichiararsi duce d'Italia, forse sua madre non ha saputo dargli un'educazione e ciò renderebbe evidente perché la scuola dovrebbe sopperire a simili mancanze.

Fatto sta che, davanti all'ennesimo femminicidio, l'auto-proclamato duce delle famiglie si è messo a braitare che lui ordina che ai figli degli altri venga negata sana educazione sessuale nelle scuole, sia mai non crescano sessisti ed inclini al femminicidio. E visto che la promozione dell'odio omofobico resta la sua principale fonte di reddito, il portavoce dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus ha pensato bene di usare il cadavere di Giulia per chiedere la discriminazione di gay e persone transessuali nelle scuole, quasi ritenesse che i maschi etero ucciderebbero le loro ex fidanzate etero perché non c'è abbastanza omofobia:



Surreale è la malafede con il barbuto portavoce tenta di spacciare il suo pregiudizio per un dato scientifico, inventandosi persino che il rispetto farebbe male ai bambini. Nel suo post cerca di infilare una lunga lista di bufale creata dalla propaganda neofascista, forse sperando che il bigottismo delle donne che tacciono quando un maschio le massacra di botte possa aiutarlo ad impedire una sana educazione alle nuove generazioni.
Dato che a lui piace imporre il suo pensiero minoritario, annuncia che molti rubli sono sta5ti investiti per infestare le nostre strade con messaggi di istigazione alla discriminazione, volti a chiedere la sistematica violenza sugli studenti trans. In particolare, cita la solita truffa "gender" e chiede che le donne trans siano etichettate al maschile in modo da garantire il loro malessere psicofisico.
Se è ovvio che non ci si possa aspettare molto da un tale che voleva andare in Inghilterra a sottrarre una minore alle sue tutele al fine di torturarla sadicamente, il fatto che il barbuto estremista sia lasciato libero di esporre manifesti che incitano alla discriminazione non pare cosa degna di un Paese civile.
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