No, don Iapicca. I bimbi di Cutro non sono morti perché "spinti dai criminali".
Don Iapicca appare davvero estenuante nel suo becero populismo. Premesso che nessuno ha mai affermato ciò che lui gli attribuisce, oggi tenta di sostenere che sia giusto violentare le donne che vogliono esercitare il loro diritto di scelta costringendole a sentire un battito che lui spaccia per il presunto battito cardiaco del feto:
Un fero non è una persona. Lo stabilisce la nostra legge e dunque lui può pensarla come vuole, ma non può pretendere che la sua personale opinione sia ritenuta un dato di fatto. E se è probabile che lui sostenga che Salvini e la meloni non debbano sentirsi responsabili per i bimbi affogati a Cutro, se ne esce con la solfa dei fantomatici "trafficanti di esseri" con cui la destra cerca di scaricare le sue responsabilità sugli scafisti, incuranti di come quelle persone abbiano pagato per essere "trafficate" e che dunque quel termine è assai inappropriato.
I migranti non muoiono perché "spinti dai criminali". Muoiono perché la società occidentale e cristiana non è stata capace di garantire a tutti le stesse dignitose condizioni di vita. Muoiono in mare perché altrimenti morirebbero di fame.