Per la cricca di Cascioli, i gay non sarebbeor fatti ad immagine e somiglianza di Dio come gli etero
L'adinolfiniano Sabino Pacciolla non pare averla presa bene. Dopo aver dedicato anni alla promozione dell'odio omofobo, è con toni rancorosi che lo troviamo ad attaccare la decisione di Papa Francesco di permettere la benedizione di famiglie gay in chiesa:
In realtà la storia di Sodoma e Gomorra è una condanna alla mancata accoglienza degli stranieri, dato che pare abbastanza evidente che i cittadini non fossero poi così "gay" se hanno subito accettato la proposta dell"'eroe biblico" di stuprare le sue figlie. Ma alla destra piace inventarsi che Dio volesse prescrivere un cieco odio verso il prossimo.
E così, Pacciolla pubblica un articolo a firma di Marco Lepore, già redattore de La Nuova Bussola Quotidiana, in cui leggiamo:
La recente Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede “Fiducia Supplicans”, ha scatenato, come era prevedibile, una marea di commenti. Si tratta, infatti, di un documento incentrato sul valore e sul significato delle benedizioni, ma che in realtà mira sostanzialmente a chiarire una volta per tutte che è possibile benedire le coppie omosessuali. È questo, infatti, il punto centrale, e non solo per i giornali sempre avidi di “aperture ai gay”, ma per gli stessi firmatari del documento.
Insomma, il loro problema è una religione che non può più essere usata per discriminare quanto vorrebbero. Ed infatti Lepore tenta di sostenere che i gay non sarebbero fatti ad immagine somiglianza di Dio come gli eterosessuali, presumibilmente pedofili e stupratori compresi:
Al termine di questa disamina, è inevitabile porsi alcune domande: se è giusto e doveroso dire bene della persona in quanto creata a immagine e somiglianza di Dio, è altrettanto giusto e doveroso dire bene di una coppia omosessuale che si configura (a meno che non viva in assoluta castità) come una stabile struttura di peccato?
Inizia poi a dire che i gay dovrebbero essere eterosessuali:
In ultimo: se l’efficacia della benedizione dipende dalla grazia e dalla devozione dei soggetti che la ricevono, quale efficacia può avere su chi vive in condizione di peccato mortale e, perdipiù, non ha alcuna intenzione di modificare il proprio stato di vita ritenendo, con la benedizione stessa, di ricevere una approvazione ufficiale dalla Chiesa?
Insomma, la loro idea di "fede" non si basa sul regolare la loro vita, ma sul volersi imporre agli altri. Evidentemente non hanno mai letto i passi dei Vangeli sul non giudicare o della trave nell'occhio...
Leggi l'articolo completo su Gayburg