Quella di Porro non è critica, è praticamente violenza gratuita
Sono ormai ore che Nicola Porro non fa che altri che insultare e diffamare Chiara Ferragni, forse intenzionato a mostrare il suo servilismo verso quella Giorgia Meloni che abusa delle istituzioni per scagliarsi contro liberi cittadini.
E se ha servilmente taciuto sugli affari della ministra Santanchè e non si è lamentato per la poltrona in vigilanza Rai regalata ad una condannata in via definitiva per peculato, tenta di andare dietro a Giorgia Meloni nello strumentalizzare una banale vicenda di errata comunicazione per cercare di creare un caso di stato che colpisca persone estranei ai fatti.
Mostrando una certa blasfemia, il signor Porro scrive:
Parte il cosiddetto "articolo" in cui li insulti si sprecano. E dato che alla destra piace atteggiarsi come bulletti destinati al riformatorio, subito si premurano di sfottere le donne vittima di violenza e di insultare il marito della donna che la Meloni ha ordinato di colpire:
Snocciolato un rosario di insulti, chiariscono che le loro diffamazione si basa su teorie non comprovate. Mica come la Montaruli che è stata condannata in via definita al pari di una Lega che ci ha rubato 60 milioni, ma non danno fastidio agli scribacchini che lavorano al soldo di Porro:
Senza alcuna logica, decidono che i presunti fatti dovrebbero rendere giusto l'odio verso donne, gay e stranieri perché loro odiano una donna che si è battuta a sostegno delle minoranze e amano creare inesistenti legami tra cose decontestualizzate. Tanti a guidare i loro lettori è un odio infinito verso chiunque non sia di destra e non auguri la morte ai figli dei migranti:
Quindi il loro problema è che qualcuno osi aver valori a loro sgraditi? La loro ira scaturisce dalla rabbia che nutrono verso chi dimostra una morale?