Sor Alfieri fa branco con una destra che usa accuse di "blasfemia" per imporci il reato di opinione
Sor Monia Alfieri andava in giro a dire che i reati d'odio fossero "libertà di espressione", ma ora si propone come l'amica di Nicola Porro che lancia diffamatorie e patetiche accuse di "blasfemia" quale pretesto per imporre una sorta di reato di pensiero.
Abituata a fare branco con la destra, la suora si è premurata di insultare alcune insegnanti che hanno modificato alcuni canti di Natale per cancellare i riferimenti religiosi. E dato che lei non vuole che si insegni rispetto ma pretende che si faccia indottrinamento religioso e si imponga l'obbligo di costringere i bambini a cantare inni religiosi nelle classi, la suora scrive:
Se negare che l'intera frase sia stata riscritta pare un mediocre tentativo di mistificare i fatti, è dicendo che qualcuno avrebbe cambiato il nome di Gesù con "cucù" che l'estremista di destra scrive:
Sul Gesù che diventa cucù, cosa dire? Poco o nulla, se non esprimere una tristezza infinita, quasi sconsolata. Essa nasce da due ordini di ragioni: innanzitutto, come credente, trovo la cosa ai limiti della blasfemia, in secondo luogo, come cittadina, sono allibita dall'ignoranza, sempre nel senso etimologico del termine, all'interno della quale è attecchita l'idea di cancellare il nome di Gesù, mentre si festeggia il Natale a scuola, in nome del politicamente corretto.
Insomma, cita la propaganda di Trump per lamentarsi che non si calpesti il principio costituzionale della laicità. E se forse lei proverebbe eccitazione nell'imporre le sue convinzioni religiosi a chi ha altre credenze, pare molto triste la sua smania di trasformare Gesù in un oggetto di propaganda da brandire come strumento di offesa.
Naturalmente le si potrebbe spiegare che nessuno vuole cancellare il nome di Gesù. Al massimo a cancellare Gesù sono quelle suore che lo vogliono imporlo ai bambini ma poi vanno televisione a urlare che loro non vogliono l'accoglienza dei migranti che scappano da fame e guerra...