Il frate scelto dalla Meloni è un organizzatore di convegni anti-gay
Giorgia Meloni ha piazzati il frate francescano Paolo Benanti a capo della sua cosiddetta "commissione algoritmi", doppione di un’altra commissione governativa sullo stesso tema, nominata dal sottosegretario Butti, di cui Benanti fa ugualmente già parte.
Dopo aver lasciato a metà gli studi di ingegneria nell’università pubblica alla fine degli anni ‘90, Benanti ha preso i voti e si è laureato e dottorato in teologia morale all’università Gregoriana. Ed è qui che si occupa di temi più cari alla destra, come il suo corso intitolato "Morale sessuale, coniugale e familiare" dive parla di autoerotismo, omosessualità e l'immancabile "ideologia gender". E sul tema organizza anche conferenze parrocchiali in cui parla di «quei fenomeni da baraccone che vediamo al Gay Pride» o in cui racconta che «l’utilizzo del termine queer è lo stesso che a Roma facciamo di “finocchio”. Quando giocavo al campetto dai salesiani, bastava mettere in dubbio la mascolinità dell’avversario per far scattare una rissa. Ora questi lo prendono come un vanto». A detta sua, i gay «non possono avere pretese di normalità».