A Milano accoltellano i gay, ma il leghista Pillon pensa alla serranda dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus


Il leghista Pillon si dice amico dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus, da sempre sua alleata nell'istigazione all'intolleranza verso le persone trans e lgbt. E non è molto chiaro se il termine "psicopatici" da lui usato sia riferito a chi non è cisgender come il loro Vannacci o a chi non si dichiara amico dei violenti gruppi omofobi come lui:



Dato che Pillon ama sbraitare che gli atri dovrebbero essere costretti a fare ciò che dice lui, pretende che l'intero globo terracqueo dia solidarietà ad un gruppo di estrema destra che istiga odio verso interi gruppi sociali solo perché gli avrebbero sporcato la serranda.
Lui invece si guarda bene dal condannare chi ha accoltellato un ragazzo gay a Milano perché non eterosessuale. E se una scritta su una serranda diventa "violenza senza freni", come dovremmo definire il suo etichettare offensivamente come "sinistri" tutti quei cittadini per bene che non si riconoscono nella loro ideologia?

Noioso è anche il piagnisteo dell'organizzazione fondata da Roberto Fiore, che frigna ad ogni contestazione mentre chiede leggi che limitino i diritti delle donne, che neghino cure mediche agli adolescenti con disforia di genere o che vietino una famiglia a chi non è eterosessuale. Forse, non svolgessero un'attività nociva al bene comune, non verrebbero contestati.
E dato che Pillon sostiene che "la difesa è sempre legittima" quando un bianco ammazza un cittadino di colore, perché non la pensa allo stesso modo quando qualcuno difende le vittime di Coghe dalla sua propaganda?

Il barbuto portavoce dell'organizzazione dice che lui nona avrebbe libertà di parola, perché mentre lui e la sua Maria Rachele Ruiu vanno in televisione a incitare discriminazioni, qualcuno osa esprimere dissenso. e si sa che la destra non ama che si possa essere in disaccordo con loro.
Rilanciando la poco credibile storiella del fantomatico "ordigno esplosivo", si dice schifato da chi osa pensare che Dio sarebbe omofobo nel tirare in ballo persino il presepe con due madonne. Ed ovviamente promette che lui continuerà a chiedere che le donne non posano scegliere, che gli omofobi possano addestrare all'odio omofobo i loro figlie che la famiglia spetti solo a chi condivide i suoi stessi pruriti sessuali:



Insomma, Coghe ci ha riproposto la sua solita manfrina su come lui si sentirebbe discriminato perché non può imporsi nelle vite altrui quanto vorrebbe.
Commenti