L'insopportabile vittimismo della Ceccardi

Con buona pace per la leghista Susanna Ceccardi, pare molto discutibile il suo definire "buonsenso" l'istigazione alla segregazione dei migranti e fomentare odio verso diverse etnie, altri culti religiosi o un diverso orientamento sessuale. E certamente non parrebbe "coraggio" neppure il suo aver votato contro contro la Convenzione di Istanbul per il contrasto alla violenza sulle donne...
E se lei assicura che "moltissimi" leghisti condividerebbero la sua ideologia, potremmo ricordarle che anche Mussolini e Hitler ebbero consenso popolare.

Avvezza al vittimismo, sostiene che andrebbe ritenuta "intimidazione" il fatto che qualcuno ravvisi preoccupanti similitudini tra le sue politiche e il fascismo:

E perché mai dovrebbe avere "paura" di una critica? Semmai sono le vittime della sua propaganda che avrebbero ogni motivo di aver paura del clima d'odio che la Ceccardi sta contribuendo a creare.
Può essere che a lei dia fastidio il dissenso, ma che dovrebbero dire quei gay che lei ma insultare a cui non viene neppure dato uno stipendio pubblico di 20mila euro al mese?

Ma, soprattutto, se la signora Ceccardi si sente così mortalmente offesa, perché lei è la prima a basare la sua campagna elettorale sull'insulto agli oppositori?

Da notare è la sua motivazione. Se una cosa ha offeso qualcuno, va riproposta. Secondo tale logica, dovremmo sempre rappresentarla a testa in giù...

E voi non vorreste che a decidere della vostra vita sia una leghista che in piena pandemia indossava mascherine in pizzo? E perché si ostina a dire che la si dovrebbe votare per dispetto agli altri? Non ha davvero argomenti migliori von cui sostenere la sua ricandidatura?


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