35 ambasciate condannano le leggi anti-gay di Orban. L'Italia non ha sottoscritto il documento

Un occasione del Budapest Pride, le ambasciate di 35 Paesi hanno firmato una dichiarazione che condanna le leggi anti-LGBTQ introdotte negli scorsi anni dal governo di Orban, chiedendone l'abolizione. L'Italia non è presente tra i firmatari.

Il documento ribadisce l’inviolabilità del diritto internazionale sui diritti umani, la dignità umana, il diritto alla libertà di espressione e di informazione, il diritto alla vita privata e familiare e il diritto alla non discriminazione per tutti.
A firmarlo sono state Australia, Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Kosovo, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Montenegro, Macedonia del Nord, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti, Ucraina, Delegazione generale delle Fiandre, Forum culturale austriaco Budapest, British Council, Centro ceco, FinnAgora, Institut Français, Goethe- Istituto, Istituto Camões e Istituto Cervantes.


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