Coghe e Borselli irridono i partecipanti al Roma Pride. Quando odio anima la loro propaganda...
Jacopo Coghe si dichiara orgoglioso del suo fare la guerra ad un inesistente "ideologia gender" al solo fine di cercare di rendere orfani i figli dei gay e aumentare le probabilità che gli adolescenti trans siano spinti al suicidio dopo che lui li avrà privati da cure mediche e dalla "carriera alias".
Se è risaputo che la propaganda di Coghe si basa su un linguaggio prepotente, offensivo e sempre irrisorio delle minoranze che subiscono le sue aggressioni, è contro un manifesto del Roma Pride che scrive:
Magari Coghe è orgoglioso dei profitti che lui trae dal business dell'omofobia, ma verrà un giorno in cui la storia lo giudicherà ed è improbabile che il giudizio espresso possa essere generoso verso le violenze e le ingiustizie che verranno attribuite ai personaggi di quel cartello.
Poiché ad ogni Pride la destra fktografa ogni sngolo cartelo per cercare di insultare i manifestanti, anche la solita Hoara Borselli è ricorsa ai suoi soliti insulti:
Abbiamo una Premier che dice “stronza” in ambito istituzionale, un Papa che dice “frociaggine” in contesti ufficiali e Miss Panarea si preoccupa per il cartello di una singola manifestante al Pride?
Probabilmente la signora Borselli dovrebbe essere più preoccupata per le nefandezze che scrivono i suoi proseliti, dato che è sul suo profilo che la sua gente scrive simili oscenità:
Lo sapranno che il rispetto è dovuto per legge? E poco importa se loro ritengono piacevoli le pagliacciate delle destre e amano insultare i Pride perché non ci si traveste da unni come a Pontida, ma di certo il rispetto non è una loro concessione. la legge impone che il rispetto sia dovuto a prescindere, anche se a loro piace odiare il prossimo e guardare i filmettini di quart'ordine in cui la signora Borselli veniva pagata per mostrare i capezzoli davanti alla macchina da presa.
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