Eluana Englaro, condannato l’ex dg sanità lombardo

La Corte dei Conti ha condannato in appello l'ex direttore generale della Sanità della Lombardia, Carlo Lucchina, perché nel 2009 impedì ad Eluana Englaro di potersi spegnere dopo un coma vegetativo da 17 anni, negandole il diritto di morire nel modo in cui lei avrebbe voluto nonostante la Cassazione e Corte d’Appello di Milano di espressero a sostegno dei suoi diritti.
Lucchina dovrà ripagare i 175 mila euro che la Regione Lombardia fu condannata a versare per risarcire il padre della Englaro alla fine della sua battaglia legale.

Protesta la lobby di Riccardo Cascioli, il quale sostiene che i medici dovrebbero avere ogni diritto di imporre le loro convinzioni contro il volere dei pazienti:

Da buoni nemici della libertà, i ciellini de Il Timone scrivono:

Tutto torna. In un’ottica capovolta per cui dare la morte diventa un diritto, è inevitabile che sostenere la vita diventi una «concezione personale» che intralcia l’ultima parola di chi avrebbe il “diritto di scelta” finale. E se una qualsiasi corte decide che sia doveroso uccidere vite “inutili”, quale sarà la prossima vittima? (A parlarne senza paura e senza retorica è stato sul Timone di questo mese Emanuel Cosimo Stoica che con fierezza ribadisce «La vita è comunque un dono straordinario e irripetibile»).

Se il signor Emanuel Cosimo Stoica è libero di pensare ciò che vuole, non è chiaro perché sostenga che le sue personali convinzioni andrebbero imposte agli altri.


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