La destra Ligure sostiene che che i gay siano "contro natura" e vogliano "manipolare le menti dei bambini", poi hanno cercato di aggredire le opposizioni


La Lega è ormai un partito orgogliosamente omofobo, motivo per cui i loro rappresentati liguri hanno accusato il Pride Village di di "insegnare la teoria gender ai bambini".
Il consigliere Bruzzone ha ripreso quelle polemiche in Aula, asserendo: "Sono contento che il capogruppo della Lega sia attento alla tutela dei minori- Peccato che non l'abbia mai visto in commissione quando parliamo di asili. La nota della Lega denuncia la totale inconsapevolezza di quel gruppo politico dei temi trattati, andando ad alimentare una teoria che è una grande fake news che esiste solo nelle vostre sezioni di partito".
E ancora: "Tra gli organizzatori del Pride c'è chi non voleva il patrocinio del Comune. D'altronde se ripercorro i sette anni di amministrazione Bucci vedo un'azione che tende a marginalizzare i genovesi gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, queer, rendendoli praticamente nascosti ai più. Il sindaco ha definito la manifestazione 'divisiva' anni fa, ha sottoposto a pressione quei municipi che provavano a dire che non erano d'accordo. Ha creato il registro per le famiglie eterosessuali, sposate e con figli e non vi siete resi conto di aver auto escluso i vostri stessi leader nazionali di partito. Continuate a trascinare da anni in tribunale le famiglie omogenitoriali".
I toni si fatti accesi quando la consigliera Laura Gaggero di Fratelli d'Italia ha iniziato ad urlare: "Il programma del Pride, come nelle passate edizioni, ha riproposto attività anche per i più piccoli, con dei laboratori con cui propone, attraverso il gioco, la volontà di manipolare le menti dei bambini, provando a modificare la loro percezione della vita e della sessualità".
Ed anche Paolo Aimè di Forza Italia se n'è uscito dicendo: "Bisogna rispettare le persone omosessuali ma la teoria gender è pericolosissima, ha lo scopo di destrutturare l'umano. La famiglia naturale resta l'unico baluardo e l'unica resistenza a ogni forma di penetrazione antiumana. Non è giusto tentare di inculcare queste ideologie che vanno contro natura".
Bertorello, capogruppo della Lega, ha iniziato a citare a casaccio pure la regligione: "Ognuno può fare quello che vuole ed è libero di vivere la propria sessualità come meglio ritiene, abbiamo sempre e solo posto un unico limite che è quello dei bambini. Possiamo non vergognarci se siamo cattolici praticanti?"

Tali asserzioni hanno indignato Rita Bruzzone del Pd, che ha commentato: "Volontà di manipolare le menti dei bambini? Trovo aberrante un'affermazione del genere, torniamo indietro al medioevo. Sono stufa di quello che cercate di infondere da circa duemila anni. I giovani fuorisede alle europee hanno votato in gran numero a sinistra, li avremo manipolati?".
Francesca Ghio ha aggiunto che "il Pride serve a ricordare che ci sono continue discriminazioni. Fate pace con la vostra coscienza perché se avete dei problemi sono tutti vostri, sono schifata da quello che ho sentito e lascio quest'aula".
Subito dopo l'intervento della consigliera, il presidente del consiglio comunale Cassibba si è alzato e si è diretto con fare minaccioso verso il capogruppo del Pd. L'aggressione fisica è stata scongiurata solo perché l’assessore alla Protezione civile Sergio Gambino ha trattenuto il presidente del Consiglio comunale che si stava dirigendo verso il consigliere Pd D’Angelo.

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