Nicola Porro aizza i suoi contro Pala Egonu


Non esiste articolo di Max Del Papa che non trasudi squallore politico e morale. E non fa eccezione l'osceno pezzo pubblicato da Nicola Porro in cerca di aizzare i razzisti che il loro generale Vannacci ha fomentato contro Paola Egonu.



Con quei toni prepotenti che da sempre eccitano l'elettore di destra, Del Papa scrive:

L’allenatore di pallavolo femminile Julio Velasco, che è uomo di militanza, fortemente ideologizzato, in partenza per le Olimpiadi dice che gli toccherà difendere la Paola Egonu. Scusasse, da cosa?

A giudicare dall'articolo diffamatorio che Nicola Porro ha fatto pubblicare contro di lei, anche un cretino dovrebbe capire da chi vada protetta l'atleta. Ma è negando ogni evidenza che Del papa scrive:

Nessuno la ha mai criticata o attaccata per altro che non fossero certe sparate sopra le righe, “in questo Paese razzista non farei mai un figlio”, condite da certo divettismo spocchioso e immaturo del genere “voglio tutto e subito”.

In che senso? Una italiana dovrebbe rinunciare ad avere i suoi diritti perché c'è gente come max Del Papa che la molestano? E se la Egonu è italiana, il sito di Porro cerca di aizzargli contro i razzisti sostenendo che sarebbe africana:

Velasco, come ogni buon papà di spogliatoio, difende le sue atlete e sa che ha una gatta da pelare, anzi due: il dualismo tra la afropadovana Egonu e la caucasica, russa Antropova, anche lei primadonna.

Se l'abbondanza di insulti vomitati da Del papa rendono spesso difficile comprendere il senso dei suoi deliri, inizia a tirare in ballo pire la nazionale di calcio:

Pessima impostazione, vittimistica, sul passivo aggressivo: lo abbiamo visto con l’altro guru, lo Spalletti del quale non si capisce una parola: ha messo in campo una formazione di brocchi, per di più spediti allo sbando con i suoi schemi astrusi, ma la colpa, secondo italico costume, era, “del caldo”, delle critiche, dei giocatori idioti che non capivano la sua genialità tattica e strategica, della struttura, della geopolitica, dei conflitti globali. E alla fine non si è dimesso lui come non si è dimesso nessuno, neanche il Gravina della Federazione che, per coprirsi le spalle, assume figli di politici da Tajani e Giorgetti e campa tranquillo.

Che c'entra? Nulla, ma del Papa doveva prendersi una pausa prima di urlare che bisogna fermare gli immigrati:

Immigrazione incontrollata e istituzionalizzata uguale civiltà, pace e progresso, come predica il nostro Mattarella dal Brasile, ma la paura per stragi e attentati è gigantesca e Parigi per la festa dei giochi olimpici che affratellano i popoli non è diversa da Gaza; mettici anche gli attacchi informatici, nella logica della nuova guerra che si combatte, che tutti, nessuno escluso, combattono coi pulsanti e le manopole degli smanettoni assoldati dai servizi, dal controspionaggio, e ottieni la catastrofe della società inclusiva, la sua autosmentita, la sua Nemesi.

Citata a caso pure Gaza, cerca di sostenere che un allenatore difenderebbe atlete di colore solo se di sinistra:

Ed è quasi divertente che a preoccuparsene sia un coach che da giovane in Argentina guidava il comitato universitario degli studenti comunisti in opposizione alla feroce dittatura militare.

Ed è aberrante che Nicola Porro non provi imbarazzo a pubblicare certe porcherie.
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