Porro sciacalla Trump per fomentare la destra all'odio


Non pare un caso che l'ultimo attentato terroristico registrato in Italia sia avvenuto per mano di un militante leghista, fomentato ad un tale odio verso i migranti da aver aperto il fuoco contro ogni persona di colore gli capitasse a tiro.
Infatti è evidente che la destra populista campi di odio e miri ad inventarsi falsi nemici immaginari contro cui fomentare il proprio elettorato. E se Salvini ha sostenuto che l'attentato contro Trump sarebbe colpa di chi critica fascisti e razzisti, anche Nicola Porro cerca di fomentare all'odio i suoi pubblicando questa porcheria:



Premesso che l'attentatore era di destra e che è Trump a garantire una insana diffusione delle armi, è facendo finta che le sinistre non abbiano condannato l'accaduto che Max Del papa si rende ridicolo scrivendo:

A sinistra, quella nostrana in particolare, l’unica preoccupazione è sviare i sospetti, non importa se al prezzo di rivelarsi scemi o ignobili; mistificare, senza riuscire a nascondere i veri sentimenti dalla esaltazione per il tycoon sporco di sangue al rimpianto per quel centro mancato in fronte. Poi subentra la rabbia per la reazione orgogliosa, ma dettata dalla disperazione e dallo shock: il miliardario settantottenne che resta in piedi, la faccia una maschera di sangue, solleva il pugno, ringhia qualcosa (lo vedi quanto è divisivo, lo vedi quanto è stronzo che non è neanche morto?) e “datemi le scarpe dove sono le mie scarpe?” a quelli della sicurezza che per proteggerlo lo hanno travolto, schiacciato a terra.

Insomma, la destra nostrana vuole sciacallare un attentatore di destra per fomentare un clima d'odio contro le opposizione, lanciando false accuse e inventandosi che è cattivo chi non abbona l'assalto al Capitol Hill del loro spergitore di odio preferito:

Scena da film, ma la consapevolezza che è tutto vero la rende agghiacciante, toglie via ogni altra suggestione. Non per la sinistra italiana, schizofrenica tra risata e rimpianto, atterrita ad una ed una sola prospettiva: adesso quello vince sicuro, adesso non servirà più neanche accusarlo di genocidio. E giù imprecazioni da curva e da bettola per quel mezzo centimetro troppo spostato sull’orecchio.
Ma che si deve fare? Che possiamo fare, adesso, davanti a questa tragedia mancata che per noi è una tragedia compiuta? Diverse testate, tutte quelle della sinistra progressista e schleiniana, della agenda globale, si lanciano subito, come stormo di bombardieri, con enfasi non sospetta ma chiarissima, sulla indiscrezione del Washington Post, la presunta matrice repubblicana del cecchino, con ogni evidenza anche fisiognomica un tarato: ma poi che c’entra, che vuol dire se un ventenne pazzo criminale la pensa come la pensa e magari nel suo delirio drogato considera Trump, vai a sapere per quali vortici malati, uno da eliminare? Che i non democratici sono tutti pazzi assassini? Che si ammazzano tra loro? O che, come immancabilmente sgorga dagli anfratti della sinistra cogliona, che questa è la conseguenza delle armi facili, che bisogna abolire le armi, la Nemesi della destra guerrafondaia e armaiola?

No, significa solo che è assurdo accusare l'altra parte politica per le gesta dei propri elettori. E sì, il fatto che Trump abbia dato un fucile a quel ventenne non lo rende certamente più innocente. Ma Del Papa preferisce inventarsi che qualcuno avrebbe pagato il cecchino e l'avrebbe convinto a farsi ammazzare per soldi, anche se ovviamente dice che sarebbero stati gli altri e non i membri del partito a cui lui era iscritto:

Nel nichilismo disfattista uno si potrebbe magari chiedere, anche solo per giocare alla fantapolitica, quanto costa un cecchino psicopatico, quale possa essere la sua tariffa per cambiare idea. Ma nessuno vuole saperlo davvero, tanto più che non può rispondere, lo hanno abbattuto.

Peccato che l'abbia ucciso il suo Trump, non gli altri. Ma probabilmente Del Papap direbbe qualunque cosa pur di alimentare un clima d'odio che torni utile a chi tifa per Putin, per i fascisti e per i razzisti.


Arriva poi Giubilei a dire che lui saprebbe chi sarebbero i mandanti. Dice che «da ormai vari anni nei confronti del Tycoon e del mondo repubblicano è in corso una delegittimazione» del povero ex-presidente che fomentò un attacco al Capitol Hill e che è «chiaro che poi salti fuori il pazzo che compie gesti come quello di ieri, per colpa di quei cattivi maestri che tornano in auge».



Insomma, la "colpa" sarebbe di chi critica gli attacchi alla democrazia e ai diritti civili del loro idolo, come se il diritto di odiare spettasse solo a quel Vannacci che nel corso dei programmi di propaganda populista rivendicava un suo fantomatico "diritto all'odio":

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