Giorgio La Porta ci spiega che sarebbe ingiusto far competere le atlete anziché premiare le intenzioni

Giorgio La Porta ci faccia capire. Davvero pensa che Imane Khelif non abbia fatto alcun sacrificio per conquistarsi un posto alle Olimpiadi? E davvero crede che Angela Carini avrebbe dovuto cercare sotterfugi per non confrontarsi con una donna che e stata battuta da tante altre donne?
Sarò che anche la Meloni ama fare la vittima per creare empatia, ma è abbastanza imbarazzante che La Porta faccia leva sui sogni dell'atleta italiana senza considerare che non esiste un solo atleta olimpico che abbia perso senza fare sacrifici. E se alle Olimpiadi di Tokyo fu Imane Khelif ad essere battuta dalla pugile irlandese Kellie Harrington, questa volta è la carini a non aver vinto. Il resto è propaganda, basata sul finto assunto che l'atleta italiana fosse svantaggiata nel combattere con una donna che tante altre donne hanno tranquillamente battuto.

Ipocrita è poi il citare i mondiali, dato che aver discriminato altrove una donna che non è certamente imbattibile non rende automaticamente doverosa quella discriminazione:

La Porta sostiene poi che l'inclusività appartiene agli altri. E su questo forse ha ragione, perché è evidente che la destra populista sia contro ogni forma di inclusione, votata alla sistematica discriminazione e ad un cieco odio contro gli altri.


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