Il Timone sostiene che dietro Imane Khelif ci sarebbe «lo zampino del maligno»


Imane Khelif è una donna nata donna, ma la destra italiana sta cercando di ingannare il suo elettorato spacciandola per una "donna trans" su invito del solito Salvini.
Il Timone, che tanto si è impegnato nella promozione dell'omofobia e nella diffusione della truffa "gender", se n'è uscito titolando:



L'articolo è a dir poco aberrante:

Olimpiadi boxe, domani l’azzurra Carini prenderà botte dal trans algerino Khelif. Domani l’azzurra Angela Carini dovrà affrontare l’atleta algerino transgender Imane Khelif sul ring. Fregandocene del politicamente corretto dovremmo dire: il mondo intero domani vedrà una donna presa a pugni da un uomo. Come se non ci fosse bastata la scabrosa cerimonia d’apertura o l’immediato licenziamento per la battuta “sessista” del telecronista Bob Ballard. Adesso anche la violenza.

Quindi, in onore di chi insulta le donne, dovremmo impedire che una donna possa sfidare un'altra donna perché loro si sono inventati che sarebbe "uomo"?

Preferendo l'irrisione alle argomentazioni, scrivono pure:

Il pugile Khelif, dopo essere stato escluso insieme al taiwanese Lin Yu-tin dai Mondiali di pugilato dell’anno scorso per aver fallito la verifica ormonale (dovremmo stupirci?), ha ora superato i test di idoneità di genere, noti come “test di verifica del sesso”. Tuttavia, il 29 luglio il Cio (Comitato olimpico internazionale) ha confermato che entrambi gli atleti transgender potranno partecipare alle Olimpiadi. E che cosa sarebbe cambiato in un anno? Di certo nessuna magia – ce ne sarebbe voluta una simile a quella della fata Smemorina che trasforma i topolini in cavalli, per intenderci – semplicemente i Mondiali sono di competenza dell’International Boxing Association (non riconosciuta dal Comitato olimpico), mentre i Giochi olimpici fanno capo alla Boxing Unit.

In realtà la magia non c'entra. C'entra il fatto che Imane Khelif è una donna che soffre di disturbi della crescita: è stata squalificata dai Campionati mondiali femminili di Nuova Delhi per elevati livelli di testosterone che violavano le regole della federazione internazionale di boxe IBA, ma per le regole del CIO è una donna è del tutto idonea a competere.

Abituati a cercare di darsi ragione riportando solo la versione leghista dei fatti, scrivono:

La protesta si infiamma su più fronti. «Pugile trans dell’Algeria – bandito dai mondiali di boxe – può partecipare alle Olimpiadi e affronterà la nostra Angela Carini», scrive sui X Matteo Salvini, riportando l’esperienza dell’atleta messicana Brianda Tamara che dopo aver combattuto contro Khelif aveva dichiarato: «I suoi colpi mi hanno fatto molto male. Non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni di pugilato, né nel mio sparring con gli uomini. Grazie a Dio quel giorno sono uscita dal ring sana e salva, ed è un bene che finalmente se ne siano resi conto».
Prosegue il leader della Lega: «Uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi. Basta con le follie dell’ideologia “woke”!». Il deputato Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione ha commentato: «È giusto far combattere qualcuno che ha, per sua natura, una maggiore prestanza fisica contro una donna? Nel nome di una sedicente inclusività si è superato il limite della decenza. […] Solidarietà a tutte le atlete costrette a combattere contro uomini, nel nome della follia ideologica woke della sinistra». «Un cattivo esempio che va contro il codice morale dello sport», chiosa il presidente della commissione Sport a Palazzo Madama.

Quindi, se i leghisti non vogliono atlete geneticamente non conformi al loro volere, a quelle persone andrebbe vietato di esistere? E davvero a decidere cosa il da farsi dovrebbe essere partito di Vannacci?

Poiché un po' di abuso della religione per fini di istigazione alla discriminazione non guasta mai, concludono:

Il portavoce del Comitato olimpico internazionale, Mark Adams, ha riferito che le regole per competere nella categoria femminile sarebbero «complicate», specialmente «per quanto riguarda la domanda sul testosterone e sull’attraversamento della pubertà maschile, abbiamo emesso un documento di riferimento a tutte le federazioni. E tutti vorrebbero avere una sola risposta: sì, no, sì, no. Ma è incredibilmente complesso». A sua detta gli esperti sanno riconoscere «dove c’è un grosso vantaggio che chiaramente non è accettabile, la decisione va presa a quel livello». Cogliamo l’assist di Adams per concludere che è vero, quando il parlare non può essere limitato a “sì” e “no”, allora è certo che c’è lo zampino del maligno. E pare evidente.

Il maligno? Ma si rendono conto di ciò che scrivono??? Mon hanno caito che è una donna con una banale patologi che le accressce i valori de testosterone? Vogliono tornare ai tempi in cui i mancini erano considerati demoniaci?
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