Pillon ha deciso che il coach di Imane Khelif debba essere algerino, musulmano e praticante. Peccato sia cubano

Sono ormai giorno che il leghista Simone Pillon risulta impegnato nel rilanciare a suo nome la peggior propaganda della destra neofascista. E dato che parrebbe odiare a morte Imane Khelif, forse arrabbiato perché il suo Putin non è riuscito a screditarla diffondendo fake-news prontamente rilanciate da Salvini, tenta oggi di sostenere che l'atleta algerina sarebbe un "uomo" perché non porta il velo e non è sottomessa al maschio:

Sarà che Pillon campa di pregiudizi discriminatori, ma non si capisce su quali basi abbia deciso che il coach debba essere algerino, musulmano e praticante o che non potesse prendere in spalla l'atleta che segue e allena da diverso tempo.
Ed infatti basta una semplice ricerca per capire che le invettive di Pillon si basano sul pregiudizio e sul populismo, dato che il coach di Imane Khelif è Pedro Diaz, cubano. Non c'è alcuna informazione in merito alla sua religione, ma certamente non basta che Pillon detesti i mussulmani perché lo si debba ritenere di quella religione. Ed anche l'Algeria è uno stato laico, dove ci sono anche ortodossi e cristiani oltre ai mussulmani.

Notevole è come i leghisti incitino odio quando le donne mussulmane indossano il velo e non si comportano come le occidentali, ma poi incitano odio lo stesso anche in caso contrario. Ed è veramente degradante che Pillon sia impegnato da giorni a incitare violenti e intolleranti a molestare una donna perché resa vittima di fake-news russe solo perché affetta da una patologia ormonale.


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