Porro inaugura la campagna d'odio contro l'italiana Valentina Petrillo


Considerando che Imane Khelif è donna nata donna e non è certamente trans, pare davvero osceno che il sito di Nicola Porro insista nel sostenere le falsità diffuse dai patriarchi russi contro di lei. Ed è altresì osceno si sia lanciato in una nuova campagna d'odio contro l'italiana Valentina Petrillo. A detta loro, il suo essere donna trans legittimerebbe gli intolleranti a definirla "maschio" e "anormale", dato che per loro ad essere "normale" sarebbe gente come Vannacci.



In un articolo vergognosamente intitolato "Khelif era solo l’antipasto. Paralimpiadi trans: campione da maschio, sarà in gara tra le donne", quel diffamatore seriale di Max Del Papa scrive:

Uno dei comandamenti della Narrazione cannibale è: non vanno lasciati spiragli di realtà, la menzogna deve essere pervasiva e assoluta come l’occupazione cinese di ogni spazio. Le Olimpiadi affondano nelle sabbie mobili delle atlete di dubbia matrice cromosomica? Ecco che le Paralimpiadi si adeguano in modo da non lasciare margini di normalità.
Assistiamo dunque alla beatificazione di tal velocista Valentina Petrillo, celebrata da uno di questi siti dall’informazione a tema che per brevità e per indulgenza possiamo chiamare “globalista”, per dire la comunicazione pseudogiornalistica che segue la cosiddetta Agenda woke.

Insomma, ha citato "woke", "globalismo", cannibalismo, fantomatiche beatificazioni e subbi cromosomici. Praticamente ha detto tutto quello che un discepolo di Musk deve dire se vuole compiacere il padrone e istigare all'odio gli intolleranti.

Incitando in una violenta campagna d'odio contro le persone transessuali, arrivano gli insulti a Luxuria. Perché si sa: un Salvini che portava i suoi elettori ad augurare stupri alla Boldrini è stato dì esempio nell'insegnare che bisogna creare falsi nemici contro cui fomentare i violenti. E Del papa non si fa problemi a portare i suoi lettori ad odiare tutti in nome dell'odio che lui predica contro di lei:

Questa è parainformazione che parla a se stessa, che converte i convertiti. “Ho vinto undici campionati italiani da corridore ma non mi sentivo a mio agio”. E allora Vale è partito, partita, fate vobis, con la trafila dell’autopercezione e l’autocertificazione: “Ho anche corretto il passaporto”. Quand’è così. E adesso va alle Paralimpiadi in quanto ipovedente; più esattamente, “transgender ipovedente”. Nessun margine di dubbio, solo certezze che contengono certezze, matrioske di certezze: con sicurezza Valentina è, resta biologicamente, fisiologicamente maschio, alla Luxuria per capirci; con sicurezza si sente, o si preferisce, femmina; con certezza corre con e contro le donne. Va bene. Il resto è feuilleton, “il cumulo di bugie raccontate a se stessa si fa sempre più pesante e quindi fa coming out”. Ma la menzogna sta nell’essere o nel percepirsi, nel non essere, nel fingersi sapendo che è finzione?

In realtà , non c'è alcuna funzione. Una donna trans è ciò che è, non come certi hater che vorrebbero spacciarsi per giornalisti quando ogni loro parola puzza di odio per la vita e disprezzo per la dignità umana. E Petrillo ha ogni motivo di essere fiera di sé, mentre Del papa merita solo una profonda distimia.

Continuando ad accodare insulti, De papa prosegue:

Con una battuta sgradevolmente scorretta si potrebbe dire: pensa più al travone nel tuo occhio che alla pagliuzza in quello altrui. Ma si tenga presente che è uno scherzo a fronte di una situazione viceversa grave anche se non seria: dove porta infine, dove arriva questa nuova religione del possibile, del capriccioso? Quali le condizioni ultime, gli effetti conclusivi e irreversibili, irreparabili? Fino a quando le nostre società occidentali, liberali, sempre più autofagocitate (quelle islamiche non hanno simili problemi, per loro fortuna o sciagura), potranno tenersi insieme col collante dell’inganno, dell’io sono quello che mi credo o pretendo di essere?

Insomma, secondo lui l'integralismo islamico sarebbe d'esempio nell'odio verso le persone trans. Ed effettivamente parrebbero moderati rispetto alla violenza e al fanatismo che lui ostenta sulle pagine di Porro. Ed è vergognoso che Del Papa arrivi a sostenere che sarebbe pazzo chi non è cisgender:

In attesa di risposte possibilmente logiche, di filosofie salde, non improntate a soluzioni suggestive o mercantilistiche, limitiamoci a prendere atto del processo di autoannientamento delle nostre democrazie per eccesso di tolleranza, anche della follia: se basta dichiararsi sani di mente per non essere pazzi!

Non è poi chiaro se voglia sostenere che la Patrillo andrebbe considerata "invalida" perché transessuale:

Altra cosa certa, per tornare ai minima immoralia dello sport colonizzato dal woke, è che uno, una, o, come piace oggi farsi chiamare, “loro”, può o “possono” definirsi a piacimento, ma confondere gender e invalidità, usare questa per legittimare quella non pare granché come soluzione, non in senso sportivo, non a dimensione di coscienza e dignità.

Max Del Papache parla di "dignità" pare un controsenso. Rilegga le porcherie che ha scritto e veda quanto odio sta fomentando.
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