Continua la farsa dei gazebo leghisti che chiedono impunità per Salvini


Chissà se i leghisti credono davvero che serva raccogliere firme per ottenere l'assoluzione di Salvini, dato che i giudici saranno chiamati unicamente ad esprimersi su un dato oggettivo: l'allora ministro degli Interni violò le leggi del nostro Paese per cercare becero consenso elettorale sulla pelle dei naufraghi a cui negò il dovuto sbarco?
E neppure si capisce cosa serva firmare un foglio in cui si sostiene che "difendere i confini" non sia reato, dato che non è per quello che Salvini risulta sotto processo. Infatti le accuse sono il sequestro di persona e l'omissione di atti d'ufficio, non fantomatiche "difese" da naufraghi disarmati.

Eppure sono giorni che la leghista Ceccardi usa il tempo pagato dagli italiani per urlare che il suo capo non deve poter essere processato come tutti gli altri cittadini perché lei sostiene che la presunta violazione delle leggi avrebbe "fermato gli sbarchi". E pazienza se i numeri raccontano un'altra storia, lei insiste nello scrivere:



Quindi "migliaia di firme" dovrebbero garantire impunità a Salvini mentre le milioni di firme raccolte per la legalizzazione della cannabis possono tranquillamente essere ignorate dal governo? E perché i gazebo che avrebbero accolto moltitudini di salviniani erano deserti?

Grave è anche quanto accaduto nelle Marche, dove due poliziotti in servizio si sono fermati a firmare ad un gazebo della Lega per sostenere l'impunità di Salvini. La Questura di Ascoli ha aperto un'inchiesta.



Se i due agenti ritengono che la legge non abbia valore, sono liberi di firmare ciò che vogliono in qualità di privati cittadini. Ma quando sono in uniforme, pagati dagli italiani, gli agenti sono chiamati a rispettare le leggi del nostro stato e non quelle di Salvini. E il nostro ordinamento dice che sono i giudici a dover valutare le accuse, anche se ciò non piace al ministro.
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