Il leghista Pillon inneggia alla disumanità di Salvini nei confronti dei migranti


Il leghista Matteo Salvini non è accusato di aver "aver difeso i confini" da naufraghi disperati e disarmati, anche perché l'aver ritardato il loro sbarco a fini propagandistici era stato un atto del tutto inutile oltre che disumano.
La verità è che Salvini è accusato di sequestro di persona e omissione d'atti d'ufficio, ossia di due reati gravissimi privi con qualsivoglia nesso con fantomatiche "difese" dei confini. Ergo, il leghista Simone Pillon parrebbe offendere Gesù offrendo la sua falsa testimonianza:



Ma davvero Pillon vuole umiliarsi dicendo di credere che il suo Salvini avrebbe "difeso i confini" da bambini, madri e donne disperate che scappano dalla guerra?

E forse è ancor più patetico il suo paragonare naufraghi salvati dalle acque a chi arriva in vacanza negli Stati Uniti, concludendone che il razzismo sarebbe "un dovere":



Premesso che prendere gli Stati Uniti come esempio di tolleranza verso gli immigrati è abbastanza patetico, il paragone non regge. Il dovere di Salvini era di portare in salvo quelle persone, non di accoglierle. E lui ha scelto di dare ciò che la legge internazionale e la legge italiana ritengono sia reato.
Perché l'esempio di Pillin possa reggere, dovrebbe sostenere che gli americani non darebbero scendere nessuno dall'aereo per decine di giorni, possibilmente lasciando che la situazione die feriti potesse mettere inutilmente a rischio la loro vita per il profitto del ricco leader del partito leghista.

Con buona pace per Pillon, sei anni di carcere paiono persino pochi per il sequestro premeditato di 164 disperati, ordinato col mojito in mano al Papeete mentre Salvini ricopriva il ruolo di ministro degli interni.
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