Fratelli d’Italia invita i forzanovisti di Provita in senato: "La pillola del giorno dopo come un aborto"
Ormai l'organizzazione forzanovista Provita Onlus è ospite fisso a Palazzo Madama. Questa volta sono stati ospitati da Fratelli d'Italia al fine di chiedere maggiori restrizioni ai diritti delle donne. In particolare, vogliono che la pillola del giorno dopo sia ritenuta "aborto". E dato che nella precedente conferenza stampa in Senato avevano chiesto a Giorgia Meloni di vietare l'aborto, ne consegue che ora vogliano vietare anche la contraccezione.
Secondo l'ideologia di Jacopo Coghe, infatti, la priorità del Governo Meloni dovrebbe essere quella di costringere chi non vuole figli ad averli mentre col ddl Varghi si metterà in carcere chi avrebbe voluto crescerli amorevolmente.
Per sostenere un divieto all'aborto, l'organizzazione nega i dati che mostrano una costante diminuzione degli aborti, sostenendo che bisognerebbe contare aborti anche i metodi contraccettivi. A loro dire, la verità appurata "non tiene conto dell'incremento dei criptoaborti causati dalle pillole postcoitali: oltre 760.000 scatole vendute hanno causato almeno altri 76.000 aborti, secondo una stima molto prudenziale. Perché le pillole postcoitali, quando non riescono a inibire l'ovulazione, impediscono l'annidamento in utero dell'embrione, essere umano a tutti gli effetti".
Secondo quella teoria, verrà il giorno in cui diranno che la masturbazione maschile è aborto perché lo sperma eiaculato non è stato usato per ingravidare qualcuno. E non è ironia, dato che la loro Costanza Miriano dichiarò pubblicamente che per loro anche il preservativo andrebbe ritenuto "aborto".
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