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Gianfranco Amato assolato da Regione Sicilia per ridefinire la famiglia: «Gay come gli ebrei»

Vi ricordate di quel Gianfranco Amato che organizzava comizi insieme a Povia per diffondere paura verso la fantomatica "ideologia gender" negli oratori di mezza Italia? Fu anche il cofondatore del partito omofobo di Adinolfi, nonché presidente dei Giuristi per la vita e membro di una mezza dozzina di organizzazioni integraliste. Rispuntò anche nelle piazze di Trieste durante la pandemia, risultando impegnato a fomentare i portuali no-vax contro il governo.
Ora si si scopre che dal 15 maggio 2024 è consulente dell’assessorato alla Famiglia e alle politiche sociali della giunta Schifani, percependo 10.400 euro di denaro pubblico come ricompensa per il suo sostenere il "diritto" di essere omofobo in virtù del suo voler "considerare l’omosessualità un peccato".

Dall’8 al 10 novembre, a spese nostre, potrà usare il palco della festa dell’Amicizia di Ribera (Agrigento) per rilanciare le sue tesi. Evidentemente non sono bastati i numerosi patrocini che la Lega gli assicurò ai tempi dei suoi comizi anti-gay.

«In famiglia non si potrà più dire che l’omosessualità è un peccato o una condizione negativa», dichiarava Amato in un vecchio video. Ed ancora, urlava: «Se io posso sentirmi donna, perché non posso invocare le quote rosa e candidarmi tra le quote rosa? O di andare prima in pensione?». La sua conclusione era che il vero problema di oggi è «l’eterofobia. C’è un accanimento contro l’eterosessualità, che è la natura. Vogliono creare una categoria privilegiata, esattamente come gli ebrei. Poi dovrai riconoscergli un privilegio perché sono stati perseguitati».

Nel suo nuovo incarico pubblico, Amaro risulta «consulente per la rivisitazione della legge 10 sulla famiglia e presidente del comitato tecnico scientifico dell’osservatorio sulla famiglia». Lo dichiara l’assessora regionale alla Famiglia e alle politiche sociali Nuccia Albano, l0a quale dichiara: «Ho valutato l’aspetto tecnico e mi risulta essere un grande cattolico».

«Non è possibile pagare con risorse pubbliche chi, apertamente si dichiara omofobo e addirittura si permette di paragonare i gay agli ebrei, attaccando anche la teoria gender. Siamo di fronte ad una deriva discriminatoria che la Sicilia, da sempre terra della tolleranza, dell'integrazione e a favore dell'uguaglianza, non può e non deve permettersi», dichiara il segretario del Pd siciliano, Anthony Barbagallo.
Per il capogruppo del Pd all'Ars, Michele Catanzaro, «il governo Schifani non finisce di sorprenderci, ma le sorprese sono una peggio dell'altra: l'ultima notizia riguarda le medievali idee dell'avvocato Gianfranco Amato, un 'Vannacci di Sicilia' che il governo ha deciso di premiare con un contratto di consulenza [...] Mentre noi ci battiamo per il rispetto dell'essere umano e contro ogni forma di discriminazione, dall'altra parte il governo si circonda di chi vuole portare indietro le lancette del tempo ad epoche buie. Dal momento che l'assessore Albano sembra continuare a difendere la sua scelta, chiediamo al presidente Schifani cosa ne pensa, magari vuole offrire anche lui all'avvocato Amato un contratto di consulenza».


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