Il rapporto Ecri denuncia il razzismo delle destre e la loro "profilazione razziale"


Pare evidente che Salvini non ami rom e migranti, un po' come anche Hitler non amava ebrei e rom. E se è vero che il leghista Pillon ha rivalutato gli ebrei da quando sono impegnati nel massacro di bimbi mussulmani a Gaza, resta evidente che la retorica leghista appaia razzista. Tesi che fu ravvisata anche dai giudici quando Salvini querelò la senatrice Kyenge nel 2017:



Eppure lui dice che non ci sarebbe razzismo verso quei migranti che lui chiama "clandestini" se mon "cani e porci". E promette che lui priverà dai fondi del governo chiunque non neghi quella realtà:



Di rara bassezza è il suo far leva sull'egoismo, sostenendo che accettare il loro razzismo porterà fondi alla sanità. Peccato che non deportare migranti in Albania o rinunciare al progetto del suo ponte sarebbe un risparmio assai maggiore.
E allora perché non togliamo lo stipendio a Salvini per darlo alla sanità? Perché non ci facciamo restituite i 49 milioni rubati dal suo partito per darli alla sanità?

Ma se Salvini punta sui sentimenti di pancia, la commissione antirazzismo del Consiglio d’Europa basa le sue osservazioni su fatti oggettivi. Denunciano la profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, xenofobia nei contesti sociali e un dibattito politico “dai toni ostili nei confronti dei migranti”.
"Durante la sua visita in Italia, l'Ecri ha ricevuto molte testimonianze di profilazione razziale da parte delle forze dell'ordine, soprattutto sulla comunità rom e sulle persone di origine africana", si legge nel documento. Inoltre "l'Ecri rileva con seria preoccupazione che il discorso pubblico italiano è diventato sempre più xenofobo negli ultimi anni e che i discorsi politici hanno assunto toni altamente divisivi e antagonisti, in particolare nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, nonché di cittadini italiani con background migratorio, rom e persone lgbti" e "purtroppo, un certo numero di dichiarazioni e commenti considerati dispregiativi e carichi di odio provengono da politici e funzionari pubblici di alto profilo, soprattutto durante i periodi elettorali".

Anche Giorgia Meloni si dice infastidita. Mentre cerca di deportare i migranti nei suoi lager libici e approva leggi che criminalizzano le famiglie gay, cerca di scaricare sui poliziotti le sue colpe: "L'Ecri, organo del Consiglio d'Europa, accusa le forze di polizia italiane di razzismo? Le nostre Forze dell'Ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie".
Peccato che a rappresentare un'ingiuria sia un governo che costringe i poliziotti a operare secondo il loro profitto e secondo le loro convinzioni ideologiche.

Ed è un po' strano che nel racconto di Giorgia Meloni i giudici sarebbero "toghe rosse" e le ricerche sarebbero "ingiurie", insistendo nel proporsi come la povera Calimero che sarebbe ingiustamente ostacolata da tutti. Non sarà forse che è lei a sbagliare?
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