In centinaia in piazza contro l'ideologico ddl Varchi
In centinaia sono scesi in piazza per protestare contro l'ideologico ddl Varchi, che probabilmente verrà approvato domani nel plauso delle organizzazioni forzanoviste.
Fratelli d'Italia vuole che sia modificato il comma 6, articolo 12, della legge 40 del 2004, che già punisce con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600mila euro a un milione di euro “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”. Nella loro estensione, verrà introdotta la perseguibilità del presunto "reato" anche al cittadino italiano che faccia ricorso alla gestazione per altri in Paesi in cui tale pratica è legale perché "se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla surrogazione di maternità, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana".
La legge non chiarisce cosa ne sarà dei bambini nati da Gpa. Di certo saranno resi orfani, visto che i loro genitori verranno sbattuti e loro resteranno solo. E chissà che penseranno nell'essere stati privati dai loro genitori su richiesta di jacopo Coghe mentre Elon Musk potrà continuare a portare i suoi figli nati con GpA ai festini di Giorgia Meloni.
Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, ha dichiarato: “Vogliono introdurre un reato che, nella pratica, crea ingiustizia e discriminazione nei confronti delle famiglie che si recano in Paesi dove la gravidanza per altri (GPA) è legale e regolamentata, in cui la donna gestante offre volontariamente la sua disponibilità alla gravidanza. Queste famiglie vengono perseguitate da un governo che afferma “prima i bambini” ma poi li priva delle loro famiglie, costringendoci a difenderle nei tribunali. Noi proponiamo la gravidanza per altri solidale, senza scopo di lucro. Ci prepariamo a nuove battaglie per dichiarare incostituzionale questo divieto, in quanto manca il principio base del diritto penale: un reato è perseguibile solo se commesso in un Paese dove è considerato tale. Siamo anche noi contrari agli abusi e alla schiavitù, alla violazione dei diritti umani, ma favorevoli alla libertà di scelta: i divieti non risolvono il problema e la perseguibilità creerà solo ingiustizie, con persone costrette a difendersi legalmente”.
Francesca Re, avvocata e consigliera generale dell’associazione Luca Coscioni, ha aggiunto: “L’Europa, con la modifica della direttiva cosiddetta ‘antitratta’ ha recentemente chiarito che la gravidanza per altri non può essere considerata sempre reato ma solo nelle forme che implicano abuso e sfruttamento. Questo significa che la scelta di introdurre un reato universale per tutte le forme di gravidanza per altri non è in linea con le scelte di politica criminale indicate dal Parlamento europeo. Per questo, circa un anno fa è nata una rete europea a cui hanno aderito associazioni e rappresentanti istituzionali come la senatrice irlandese Mary Seery Kearney, per promuovere una regolamentazione della gravidanza per altri fondata sul rispetto dei diritti di tutte le persone coinvolte in questa tecnica riproduttiva, i cui principi sono sintetizzati nel Manifesto per la gravidanza per altri pubblicato ad aprile scorso”.
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