L'evangelico Carollo attacca chi non usa la religione come strumento di repressione
Spesso si ha l'impressione che il pastore evangelico Luigi Carollo confonda la sua opinabile idea di "cristianesimo" con una forma di fascismo. Perché sostenere che il fine ultimo della religione sarebbe quello di imporre i propri convincimenti agli altri è una forma di fascismo. Sostenere che non possa dirsi "cristiano" chi non è omofobo e no-choise quanto lo è lui, sa di prepotenza. E poi magari ci di fa andare bene che si dicano "cristiani" quei politici che corrompono prostitute o che fanno morire in mare i migranti...
Elogiano di chi prega contro le scelte altrui, magari dopo essersene fregati dei bambini già nati che vengono lasciati morire nel Mediterraneo, l'evangelico critica il sindaco di Modena perché ha rispetto della libertà altrui anziché usare la religione come strumento di oppressione:
Magari Carollo sarà convinto che i matrimoni gay offenderebbero un dio omofobo che preferisce chi promette la deportazione dei migranti, ma quella resterebbe un'opinione sua. E questo è nel suo diritto. Ma non è altrettanto lecito il suo dire che se lui la pensa in una maniera assai opinabile, andrebbe insultato chi non la pensa come lui.
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