Pillon torna in televisione a spaventare gli omofobi


Il leghista Simone Pillon pare non capire che il progetto di ricerca non fosse per fantomatici "bambini trans". Semplicemente era il laboratorio a chiamarsi "Trans e Gender Creative" ed era finalizzato a capire se e come vive la sessualità un bambino.
Ciò rende abbastanza vergognoso che il suo far leva sull'ignoranza della gente lo abbia portato ad essere ospite dei programmi populisti di Rete 4 al fine di fare disinformazione:



Immaginiamo che le firme citate siano quelle dei suoi amici dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus. Ma non pare abbia senso vantarsi perché persone che credono alla loro mistificazione dei fatti vorrebbero vietare la priorità educativa dei genitori che hanno iscritto i figli al progetto.

Intanto Belpietro si lamenta che Jacopo Coghe non abbia potuto conoscere l'indirizzo in cui si trovano quei minori, omettendo di spiegarci perché Coghe volesse saperlo. Voleva urlare insulti ai loro genitori? Voleva sfruttare i minori per propaganda? Voleva pubblicare le loro fotografie sui social?



Insinuare che chi non mette a repentaglio l'incolumità di bambini minorenni si starebbe "nascondendo" pare folle. E chi lo sostiene parrebbe non capire nulla di pedagogia e tutela dell'infanzia. Anche perché il progetto non assomiglia neppure lontanamente a quello che loro raccontano:



Quindi vogliamo vietare che dei bambini possano essere ascoltati solo perché Pillon non lo vuole?
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