Pillon oltre il surreale. Secondo lui la lite interna a Fratelli d'Italia sarebbe "un regolamento di conti interno alla sinistra"


L'ex ministro Sangiuliano si è dimesso perché pizzicato a portarsi l'amante sul posto di lavoro, mentre Giuli è stato attaccato da Jacopo Coghe perché le sue nomine non erano omofobe quanto avrebbero voluto la sua organizzazione forzanovista. Ma il leghista Pillon sostiene sua colpa sarebbe della sinistra. Citando a casaccio i suoi soliti slogan contro la dignità e l'identità delle persone trans e dando degli scemi a chi non è leghista e magari manco si veste da unno alle sagre di partito, scrive:



Il discorso di Pillon è da ascoltare, perché non c'è da credere che davanti ai gruppi forzanovisti che litigano con Giorgia Meloni lui sia stato capace di parlare di un fantomatico "regolamento di conti interno alla sinistra". Si è inventato persino che "la sinistra ha deciso di far fuori Spano", anche se a noi risulta fosse il suo amico Jacopo Coghe a raccogliere firme per chiederne le dimissioni.
Ed è indicativo che gli ospiti in studio faticassero a trattenere le risate, a cui lui ha risposto sostenendo che qualcuno non saprebbe distinguere i maschi dalle femmine. Una frase completamente decontestualizzata di cui lui pare molto fiero, dato che l'ha subito riportata ai suoi seguaci:


Da avvocato, è grave che Pillon accusi di conflitto di interessi chi è stato ritenuto in perfetta buonafede dai giudici, al contrario di quel suo capo di partito che da settimane continua a dire che lui non vuole farsi processare.
A quel punto, Pillon ha sostenuto che lui non sarebbe omofobo perché amico di quel Nino Spirlì che si fa la doccia con una effige della Madonna al collo e che si fa chiamare "checca". Ed è oltre il ridicolo che Pillon abbia negato la sua omofobia prima di sostenere che lui ce l'avrebbe solo con una fantomatica "lobby lgbt", motivo per cui lui preferirebbe sostituire Spano con un qualunque ragazzetto leghista ed eterosessuale.

In un altro passaggio del suo intervento, Pillon ha assicurato che lui non ha problemi con una destra che usa la parola "pederasta" per definire i gay. Ed ovviamente si inventa che quella sarebbe stata una "chat privata" e che dunque fosse legittimo che i dirigenti di Fratelli d'Italia usassero termini dispregiativi ed omofobi, motivo per cui lui trova ingiusto che si espella da un partito di destra chi usa termini offensivi e lesivi della dignità di gruppi che sono oggetto del loro disprezzo. A parte avverse, non è difficile immaginare che avrebbe dato di matto e avrebbe urlato isterici insulti.

Indicativo è come Pillon abbia omesso di sottolineare il vero problema di quel termine che lui non condanna, fornendone una definizione falsa:


Non è vero che il termine indichi "un uomo che ha rapporti gay", ma la Treccani indica chiaramente che quel termine indica un "rapporto sessuale di un adulto con un adolescente", E lo sanno anche loro, dato che sulla loro chat qualcuno si è risentito:



Quindi Pillon non caccerebbe chi accusa qualcuno di pedofilia solo perché gay? Avrà cercato di affossare il ddl Zan proprio per garantire che simili insulti potessero restare inpuniti?
Commenti