La Consulta individua “sette profili di incostituzionalità” nella legge Calderoli voluta dalla destra
Il Governo Meloni pare incapace di scrivere norme nel rispetto delle nostre leggi. Mentre la loro premier inveisce contro i giudici che hanno osato spiegarle che non può deportare esseri umani solo perché il suo elettorato è profondamente razzista, la Corte costituzionale ha individuato “sette profili di incostituzionalità” nelle legge Calderoli sull'autonomia differenziata.
Nonostante le motivazioni dettagliate verranno depositate nelle prossime settimane, si sa che è stato contestato il tentativo di definire i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) attraverso semplice Dpcm.
Inoltre, la possibilità di modificare le aliquote di compartecipazione al gettito dei tributi erariali, attraverso un decreto interministeriale per colmare il divario tra il fabbisogno di spesa e le entrate, finirebbe con il premiare le regioni meno efficienti. Inoltre viene meno il principio di sussidiarietà, perché la distribuzione delle funzioni legislative e amministrative tra Stato e Regioni non dovrebbe essere determinata per garantire riparti di poteri, ma per rispondere al bene comune e tutelare i diritti costituzionali.
La Corte afferma anche che spetta al Parlamento intervenire per colmare i vuoti normativi creati dall’accoglimento di alcuni dei rilievi delle regioni, mantenendo così la piena funzionalità della legge nel rispetto dei principi costituzionali.
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