Pillon sostiene che i gay siano un "virus" da estirpare
Il leghista Simone Pillon sostiene che i gay siano un virus da estirpare, al pari del rispetto verso ogni altra minoranza. Per questo auspica che il regime possa indottrinare i figli degli altri alla sua ideologia attraverso professori scelti sulla base della loro appartenenza all'estrema destra:
Al solito, Pillon non vuole rendere migliore il mondo. Per lui la gioia è sapere che si negherà l'identità degli studenti trans e che tanti verranno spinti al suicidio. Perché lui non vuole il bene, ma parrebbe voler godere della sofferenza procurata dalla sua smodata passione per la tortura, che passi attraverso la discriminazione dei minorenni o l'imposizione di atroci agonie ai malati terminali.
Inoltre, dato che Pillon pare eccitato da un Matteo Salvini che ha riportato in auge gli insulti con cui i nazisti deumanizzavamo gli ebrei per poi ammazzarli in campi di sterminio molto simili ai lager albanesi di Giorgia Meloni, è con la sua solita propensione all'insulto che definisce "zecche staliniste" chi vuole insegnare il rispetto. Ed ovviamente dice che la vera libertà sarebbe quella di permettere che gli hater possano corrompere i minori ad un cieco odio, sempre che non li spingano al suicidio perché nati non conformi al suo pensiero unico da leghista filo-russo:
Quindi, i ragazzi che avranno famiglie pessime dovranno essere puniti perché Pillon vuole che gli omofobi possano crescere figli omofobi che spargano odio omofobico per il mondo? E lo saprà che negare ripeto alle donne trans non cambierà il fatto che siano donne trans, ma semplicemente sarà motivo di doveroso disprezzo per chi fa del male a delle ragazzine adolescenti?
Ed esattamente, dove sarebbe la fantomatica "libertà" per le famiglie di cui parla, dato che si stava vantando dei divieti con cui Trump vuole fare del male ad adolescenti sostenuti dalle loro famiglie ma odiati dai leghisti? Se lui vuole imporre il suo pensiero unico e costringere con la forza gli altri a subire la sua ideologia, non può poi inventarsi che quella sarebbe libertà.
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